Le più belle cover shoegaze

Ogni canzone dovrebbe avere una versione shoegaze. Scopri le più belle cover shoegaze per Dreamgazers.

Le più belle cover shoegaze

Ogni canzone dovrebbe avere una versione shoegaze. Se anche tu condividi il nostro punto di vista, sei nel posto giusto! Di seguito troverai alcune tra le più belle cover shoegaze, in grado di distinguersi per sound e originalità.

The Stargazer Lilies- "Creep" (Radiohead)

È risaputo che Colin Greenwood, bassista dei Radiohead, abbia dichiarato che “Creep” fu per la band la canzone che "ci avrebbe dato fortuna, ci avrebbe distrutto la vita e ci avrebbe illuminato il cammino".  Creep: l’inno per i loser, per una generazione di "misfits" (che è una costante in certa musica rock-pop-lo-fi degli anni '90) rimane, trent’anni dopo la sua pubblicazione, un classico immortale nonostante quanto di meno adatto per comprendere la complessità dei Radiohead. Un brano che ha scatenato la fantasia degli artisti più disparati che ne hanno proposto una propria interpretazione, dai Tear for Fears a Pretenders, passando per Weezer e Kelly Clarkson. 

La versione degli Stargazer Lilies è un vero e proprio mèlange onirico tra dreampop, shoegaze e astrazioni drone e psichedeliche - quest’ultime più evidenti che mai nell’assolo di chitarra finale. La canzone viene dilatata, mitigata e ammantata da un torpore psichedelico a tinte pastello. 
Una volta ascoltata questa versione, l’originale vi sembrerà una gigionata. 

Uniforms - "Desire Lines" (Deerhunter)

"Desire Lines" è una di quelle canzoni in odore di indie e neo-psichedelia a essere riuscita a compenetrare la wunderkammer shoegaze, proponendosi quasi come ponte tra i due mondi. Non sorprende, dunque, che gli Uniforms abbiamo voluto omaggiare il brano di Deerhunter con una propria versione, inserita nell’ultimo album, “Trance”.
La band andalusa ha cucito per “Desire Lines” un nuovo abito ricco di riverberi e smerigliature shoegaze, spogliandolo dell’obliquità pop a là Pavements dell’originale, ma rimanendo tuttavia nel solco dei Deerhunter per quanto concerne il resto, dai riconoscibilissimi arpeggi di chitarra alla ritmica generale. 
Una cover necessaria per suggellare definitivamente le nozze tra i due mondi. 

Last Tourist - "Lullaby" (The Cure)

Sono infinite le interpretazioni che si possono dare al ragno che striscia nel letto di Robert Smith. Il leader dei Cure ha spiegato che l’ispirazione per “Lullaby” risale a un ricordo di infanzia: suo padre era solito cantargli delle ninnananne che anziché indurlo a dormire lo facevano agitare. Il regista del videoclip, Tim Pope, vede in “Lullaby” un’allegoria delle dipendenze narcotiche del cantante. Secondo altri osservatori il forte simbolismo del brano e del videoclip potrebbero far riferimento, più in generale, alle paure viscerali cui prima o poi tutti ci siamo abbandonati. 
Per “Lullaby” non avremmo potuto chiedere interpreti migliori dei Last Tourist, band darkwave di Leeds, che nell’omonimo disco pubblicato quest’anno ha dimostrato di saper miscelare sapientemente post punk, new wave, shoegaze e gothic rock. 
I Last Tourist non si allontanano dal canovaccio dei Cure: la sensualità bisbigliata, gli scintillii onirici, la tristezza, la strisciante paranoia, il romanticismo malato e conturbante, la grana metallica delle chitarre sono tutti elementi che ritroviamo nella loro versione di “Lullaby”. L’atmosfera si arricchisce però di fulgide dilatazioni, riverberi e sferzate elettroniche.

93MillionMilesFromTheSun - "White Christmas" (Bing Crosby)

E se vi dicessimo che abbiamo la perfetta canzone per suggellare il vostro Natale shoegaze? “White Christmas” di Irving Berlin e Bing Cosby non ha certo bisogno di presentazioni, d’altronde stiamo parlando del singolo discografico più venduto della storia (in formato fisico). Preparate la tisana alla cannella e il cappello di Babbo Natale: 3MillionMilesFromTheSun vi spettineranno con questa straordinaria cover del classicone natalizio. Chitarre stentoree e stratificate, texture croccanti, voci assorte, sono tutte peculiarità del sound design di Nick Mainline e soci - tra i più interessanti del filone nugaze - che ritroviamo anche in questa lettura musicale di “White Christmas”.