Automatic Noise Festival, Live @Cinetol (Amsterdam, 25-26/01/2025)
Siamo volati ad Amsterdam per l’Automatic Noise Festival, un piccolo Festival di musica shoegaze, noise e post punk. Al Cinetol abbiamo ascoltato Resplandor, Mahogany, Sugar For The Pill e molti altri.

Di rado “Festival” e “Shoegaze” trovano posto nella medesima frase. Ecco perché, incuriositi ed emozionati, siamo volati ad Amsterdam per l’Automatic Noise Festival, un piccolo Festival gestito e creato da Automatic Music, etichetta discografica e promotrice di concerti olandese. Il Festival, giunto alla quinta edizione, si tiene al Cinetol - una sala concerti dal sapore grunge situata nel quartiere di Zuid di Amsterdam - e si svolge nell’arco di due serate.
Durante la prima serata, tenutasi sabato 25 gennaio, abbiamo avuto modo di ascoltare gli Sugar For The Pill, band britannica influenzata da classiconi quali My Bloody Valentine e Slowdive, nonché i Thrilled, giovani osservatori di scarpe votati all’heavygaze, che sul palco del Cinetol hanno saputo costruire un muro di suono di gran lunga più interessante rispetto a quanto ascoltato su disco.
Ma a rapire i nostri cuori sono stati i Resplandor, senza dubbio la realtà più conosciuta tra quelle proposte dall’Automatic Noise Festival; la band fondata da Antonio Zelada ha aperto le danze con le sonorità sibaritiche di Rêverie, tra svolazzi vocali e astrazioni chitarristiche. Il nucleo dell’esibizione è affidata ai brani portanti della discografia dei Resplandor: da “Tristeza” a “Blue” passando per “Adore” e soprattutto “Dowfall” che, pur se a tratti meno potente rispetto alla versione studio, rimane, a nostro sindacabile parere, la punta di diamante della band. I cori finali, pregni di un fascino mesmerico e sognante, hanno riecheggiato a lungo nelle nostre orecchie e nei nostri cuori.

Dopo i Resplandor, salgono sul palco gli statunitensi Dead Leaf Echo con un mélange un po’ gigionesco di post punk e emo.
La seconda serata, tenutasi domenica 26 gennaio, ha incontrato meno i nostri gusti, ma non sono mancati spunti interessanti, a partire dai Mahogany, primi a esibirsi. Il duo statunitense formato da Andrew Prinz e Jaclyn Slimm miscela sonorità dreampop, indietronica e shoegaze con azzardi sinfonici, facendo leva su due chitarre a 12 corde, bassi massicci e sintetizzatori.
Se i Mahogany si sono distinti per una certa ricercatezza, talora un filo pretenziosa, i nostri conterranei The Whistling Heads hanno animato il palco del Cinetol con una sferzata punk e indie. Tra Ipa, succhi alla mela e brownie sospetti, la serata volge alla conclusione con Death by Audio, da Rotterdam, e Alex Kelman, dalla Slovacchia.
Ma grazie a DJ Gragnet e DJ Jogi le distorsioni possono andare avanti ancora un altro po’ sulla pista. Tra Slowdive, Nothing, Catch The Breeze e, su richiesta di due dreamgazers, "Aro" dei Sunstinger.