Shoegaze market

La playlist di oggi non insegue un paesaggio emotivo o una specifica palette sonora, ma alterna anzi armonia e dissonanza, carezze soavi e cicatrici, leggiadria e struggimento.

Shoegaze market

La playlist di oggi non insegue un paesaggio emotivo o una specifica palette sonora, ma alterna anzi armonia e dissonanza, carezze soavi e cicatrici, leggiadria e struggimento.
Ce n’è insomma per tutti i gusti. Buon ascolto!

Mondaze - "Words Undone"

Gli italiani Mondaze hanno plasmato il proprio viscerale suono heavygaze combinando elementi diversi tra loro, dal punk all’hardcore, sino al metal e allo screamo.
“Late Bloom” (2021) è il loro primo album, da cui è tratta “Words Undone”, la canzone che più di tutte ci ha rubato il cuore. Tra densi muri di suono e catarsi febbrili, il riferimento più vicino sono i Nothing.


Tears Run Rings - "Mind The Wires"

Nessuna velleità, né schemi interpretativi di difficile interpretazione. Solo una melodia lunare, un intreccio di voci e il racconto di un momento claudicante all’interno di una relazione. Poi, sul finale, il coup de théâtre: un’esplosione bizantina e rigogliosa di chitarre, feedback roboanti, echi dreampop. 
Tratta da “Always, Sometimes, Seldom, Never”, primo album degli statunitensi Tears Run Rings, “Mind The Wires” piacerà agli amanti dei cromatismi delicati di Lush, Chapterhouse e Slowdive. 

93MillionMilesFromTheSun - "The Times We Have Are Now"

Una fitta coltre di distorsioni intrecciata a una pioggia di feedback, scariche rumoriste, finanche una solida componente psichedelica e qualche propaggine elettronica. In questa abbacinante tempesta di noise trova inoltre spazio un testo autentico e delicato. 
Il termine “capolavoro” ci porta su un terreno scivoloso, ma prenderemo questo rischio.