Air Formation, Crashing Out

Impeto visionario e malinconico, dall'ultimo, attesissimo disco dei britannici Air Formation.

Air Formation, Crashing Out

Pur se poco noti agli ascoltatori casuali, i britannici Air Formation costituiscono, dal 1998, un solido punto di riferimento per gli amanti della shoegaze e, soprattutto, per la rifinitura del sound nu-gaze. È da poco uscito il loro ultimo, attesissimo album, “Air Formation”, a sei anni di distanza dal precedente capolavoro “Near Miss”.

Per la rubrica One-Of-A-Kind ci focalizzeremo qua su un solo brano del disco, “Crashing Out”. Come molti altri pezzi di “Air Formation”, anche “Crashing Out” si fregia di un abbrivo delicato, quasi sussurrato. La costruzione del brano incede per piccoli suggerimenti sino a raggiungere l’arco tensivo della narrazione, un ritornello strumentale, che deflagra in un turbinio di chitarre e droning.

Lungo 6 minuti e 13 secondi, Matt Bartram e soci invadono le orecchie dell’ascoltatore con campiture cromatiche incantevoli e quell’impeto visionario e malinconico che da sempre rappresenta la firma degli Air Formation.

Ars gratia artis.